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Una giovane cameriera ucraina viene trovata assassinata in uno squallido appartamento di Sampiardarena. Tra le braccia stringe un orsacchiotto con la maglietta del Genoa. Si occupa del caso l'ispettore della squadra omicidi Marco Canepa, grande poliziotto e pessimo giocatore di ping pong. Le complicate indagini si muovono tra i caruggi della città vecchia, le dighe di Begato, il lungomare Bettolo di Recco e arriveranno fino ad Odessa, in Ucraina. L'epilogo, però, è nella stessa Genova, davanti allo scoglio di Vesima e al famoso studio di Punta Mare, quello in cui il grande architetto Renzo Piano, protagonista della storia a sua insaputa, pronuncerà la frase che offre il titolo al romanzo.